venerdì 25 ottobre 2013

Un arte vecchia di soli 150 anni.


Storia della fotografia
Un arte vecchia di soli 150 anni.

Come tutti i processi, rivoluzioni o invenzioni complesse è praticamente impossibile stabilire una data esatta dell’invenzione della fotografia. Il termine foto (phos) e grafia (graphis) significa scrivere (grafia) con la luce (fotos), e l’ottenimento per la prima volta di tale risultato è comunemente attribuito a Tomas Wedgwood. Egli fu il primo, utilizzando il nitrato d’argento, a riuscire ad imprimere su carta, immagini di foglie ed insetti, che per la mancanza di agenti fissanti non avevano la durata necessaria una volta esposti alla luce solare. Era la fine del ‘700, e questa scoperta però diede inizio allo studio da parte di altri scienziati alla “scrittura con la luce”.

Cardinal Georges D'Amboise Heliograph Engraving Joseph Niepce

Il passo successivo fu attuato da Joseph Nicéphore Niépce che partendo dal suo interesse per lo sviluppo dei sistemi litografici e nel tentativo di sopperire alle sue scarse capacità di disegnare, arrivò a produrre un immagine su una lamina di rame imbevuta d’argento e poi fatta asciugare sulla quale veniva pennellato uno strato di bitume di giudea (ved. eliografia).

 Anche in questo caso il problema era il fissaggio. Nel periodo subito antecedente alla sua morte unirà i sui sforzi e le sue scoperte a Louis-Jacques-Mandé Daguerre che mise appunto un sistema che prenderà il suo nome (Dagherrotipia) riuscendo a risolvere il problema del fissaggio delle immagini sulle lastre con il tiosolfato di iodio. L’unico inconveniente che tiene la fotografia lontana da tante attività (come il foto-giornalismo) è la necessita di lunghe esposizione per imprimere l’immagine sulla lastra, alla quale si aggiunge la tossicità degli elementi per il suo sviluppo.
Gli obbiettivi luminosi che da lì a breve abbassarono da 10-15 minuti la durata degli scatti, fino a 10 secondi, non bastavano ancora.

Boulevard du Temple, Paris, 8 in the morning Louis-Jacques-Mandé Daguerre

Pochi mesi dopo la formalizzazione della Dagherrotipia, un altro studiosi presentò agli organi competenti dell’epoca (Royal Society) un invenzione riguardante a riproduzione di immagini: William Fox Henry Talbot.La tecnica fu denominata Calotipia. La differenza sostanziale era che l’immagine impressa sul supporto era in negativo è richiedeva un laborioso processo di passaggio in positivo, anche se per questo stesso motivo dava l’opportunità di produrre da uno scatto più copie. Al contempo questo ne sminuì il valore artistico-economico che invece veniva attribuito alle opere ottenute con la Dagherrotipia in quanto uniche.

William Henry Fox Talbot
Quindi il vero è proprio sviluppo della fotografia ripercorre tutto l’800 e i primi del novecento, in lungo e in largo. Invenzioni, studi, approfondimenti, scoperte in vari campi si accavallano e si intersecano dando slancio a questa nuova”arte”.

Alcune scoperte importantissime sono:
  • l’introduzione degli apparecchi fotografici portatili (1880);
  • l’introduzione delle pellicole in rullo, realizzate per la prima volta da G. Eastman inizialmente con supporto in carta (1888) e successivamente con supporto in celluloide (1891) la moderna pellicola;
  • l’introduzione del sistema reflex (1928);
  • Ai fini delle scoperte e delle applicazioni moderne della fotografia e del video, soprattutto a colori, la chiave di volta fu la scoperta di James Clerk Maxwell che aveva teorizzato i principi della sintesi additiva dei colori e nel 1855 aveva ottenuto i primi risultati incoraggianti, che rese pubblici nel 1861. Nel suo procedimento l’oggetto colorato veniva ripreso su tre diverse lastre attraverso tre filtri di colore blu, verde e rosso; venivano poi ricavate tre diapositive che, proiettate a registro su uno schermo mediante tre proiettori muniti degli stessi filtri usati per la ripresa, riproducevano a colori il soggetto.
    Vecchio sistema reflex
L’insieme di queste scoperte e invenzioni riguardanti i materiali, la composizione della luce, la costruzione di lenti e obbiettivi, hanno posto la base dell’attuale fotografia digitale.

lunedì 18 marzo 2013

Positano, Photo Walk Experience



Un Photo Walk a Positano? Per turisti? Noooo, non potrebbe funzionare, troppe scale da  scendere e poi risalire, troppa fatica e poi da dove cominciare a passeggiare? Decine di vicoletti, spiaggie e scorci da catturare. Certo che no! E poi, chi vorrebbe mai farlo? Bé, diciamo che avevo torto... e non poco!

"Quest'avventura iniziata su richiesta di Gian Maria Talamo, titolare dell'Art Hotel Pasitea, per offrire ai propri ospiti un ventaglio di attività, o meglio "experiences", come corsi di ceramica, pittura e fotografia oltre ai più diffusi corsi di cucina, si è dimostrata una soluzione valida per tutti i visitatori della Costiera Amalfitana che non vogliono solo godersi il panorama, ma vivere la zona appieno e portare a casa i ricordi del colore e del "mood" giusto.

Inutile dire che l'aver lavorato per molti anni nel settore turistico, a contatto con i visitatori, e la discreta conoscenza dell'inglese, si sono dimostrati molto utili, niente in confronto, però, all'amore per la fotografia e alla mia Positano.



Guastella Family Photo Walk Tour in Positano:

Uno dei tour più interessanti è sicuramente stato quello con la famiglia Guastella, una simpatica coppia di coniugi in vacanza ad Ottobre.

In realtà, chi voleva qualche lezione sulla fotografia era il marito, imprenditore nel campo dell'editoria. Dopo l'incontro fatto in hotel per capire quali erano le basi fotografiche di Joe, però, anche la moglie Rochelle decise di unirsi a noi.

Essendo un periodo di bassa stagione e avendo avuto vari giorni di cattivo tempo, davvero non avevo un' idea chiara di come impostare la cosa, MA piuttosto la voglia di condividere con Joe un pò di tecnica, approccio e passione per la fotografia.

Siamo usciti dall'albergo dopo pranzo, per un Tour di 4 ore. Data la giornata ventosa, i contrasti e la luce erano in continuo cambiamento e abbiamo iniziato da lì.

Un po' di composizione con le principali regole sui punti di forza, la lettura delle immagini, il contrasto simultaneo, fino ad arrivare a ciò che rende ogni foto walk unico: ciò che accade per strada...e vi assicuro che ne accadono di cose per strada!!!

Poi una passeggiata per le scale che portano a Fornillo, e trovandoci controluce, un pò di silhouette alla Torre.

Un pò di macro, sfruttando ancora (per poco) gli automatismi della macchina, fino a concentrarci su un vecchia àncora, per discutere ancora su come rendere interessante una fotografia, sfruttando le regole della composizione.


...e passeggiando, passeggiando siamo arrivati alla spiaggia grande.


Di questa fase non ho molti scatti interessanti, in quanto iniziava un tramonto eccezionale, e visto che Joe aveva con se un Flash a slitta, mi sono concentrato nel fargli ottenere uno scatto della moglie in contro luce che non fosse un altra silhouette. Non vi dico la felicità nell'aver ottenuto lo scatto...e per di più con il flash...eccezionale.


Pensare che mi diceva che odiava usare il flash....:D



A quel punto mi hanno proposto una pausa, visto che le 4 ore erano praticamente volate.

Io, invece, propongo di continuare perché, a poca distanza dalla sponda, avremmo catturato qualcosa di eccezionale...

Giudicate voi....!!!




La giornata si è conclusa in hotel davanti ad un buon tè, continuando a chiacchierare ininterrottamente di fotografia. Che spettacolo.


Ma perché, tra le tante esperienze, proprio questo Foto Tour?

Bé, innanzitutto perché questo photo walk è arrivato alla fine di un estenuante estate lavorativa, in cui non avevo avuto neppure un attimo per girovagare spensierato con la mia macchina fotografica.

In secondo luogo, mi sono sentito di nuovo libero, fotograficamente parlando, di non dover portare a casa nessun risultato, nessuna foto in particolare. Dovevo fotografare senza fare nessun preventivo, senza dover necessariamente riuscire a realizzarlo né in termini di tempo né di risultato. Che spettacolo!!!

Infine,come è giusto che sia, ho realizzato scatti che poi mi hanno portato molte soddisfazioni e dato il via a progetti, mostre ed interviste.

( http://www.italialiving.com/featured/captivating-photography-by-vito-fusco/)


E concludendo, la soddisfazione, di ricevere a distanza di tempo, e-mail, foto, congratulazioni e recensioni su trip advisor.

REVIEW TRIP ADVISOR

Che dite, basta?


Il Photo Tour può essere organizzato per una fino ad un massimo di cinque persone dello stesso livello di conoscenza fotografica. E' previsto un incontro preventivo per discutere il percorso, l'orario e le conoscenze fotografiche dei partecipanti.

www.vitofusco.com













mercoledì 17 ottobre 2012

1: about photographers "Arnold Newman"



Vorrei iniziare una sorta di rubrica in cui parlare delle persone che "hanno fatto la fotografia".

Ovviamente, i fotografi che hanno portato quest'arte/mestiere ad altissimi livelli sono tanti. Forse dovrei partire dall'inizio, ma...

...inizierò dal fotografo che più mi emoziona, sin da quando ho iniziato ad approfondire l'arte della fotografia: Arnold Newman.
Igor Stravinsky, 1946 | Arnold Newman

L'approccio fotografico di Newman mi ha colpito sin da quando ho visto il primo scatto, forse il più famoso, quello fatto a Igor Stravinky, scattato a New York nel 1946, periodo in cui già aveva raggiunto un suo stile. Molti non sanno che lo scatto oltre ad essere il risultato di un'abilissima composizione, è anche il frutto di un sensatissimo Crop.


Igor Stravinsky,  NY 1946 



"Non ho voglia di fare una foto con alcune cose in sullo sfondo." - Newman dichiarò alla rivista American Photo in un'intervista.- "Ciò che c'è intorno aiutano sia la composizione che la comprensione della persona. Non importa chi sia il soggetto, è la fotografia stessa che deve essere interessante. Fare il ritratto ad una persona famosa non significa niente."

Questa frase chiarisce subito cosa Newman, che in un certo senso è il fotografo per eccellenza del ritratto ambientato, intende per fotografia.



Pablo Picasso,Vallauris, France, 1954
Composizione si, ma sempre mettendo in relazione il soggetto della foto con l'ambiente, che sfrutta per rafforzare quel il significato che il "soggetto" (che forse non può più essere considerato tale) porta con se.

Molti i ritratti "non ambientati" nel senso fisico del termine ma, come a mio avviso nel caso di foto di Picasso, Newman riesce ad andare oltre il luogo dove si trova la persona, portandoci con se ad esplorare l'ambiente "emozionale" del soggetto. Questa è fotografia: riuscire a far percorrere al "visore" strade che sono giusto un instante dopo lo sguardo che da alla foto.

In ogni caso le mie preferite sono quelle che sfruttano a pieno l'ambiente come forse nessun altro fotografo è riuscito a fare.... e forse anche egli stesso le preferiva, dato che, almeno nel caso di Pablo Picasso, ci ha donato quest'altro scatto che rimanda alla condizione "mentale" del pittore, con ceramiche, quadri e bozzetti vari sparsi ovunque, a rimarcare l'eccletticità dell'artista e la sua incredibile capacità di creare.


Eccezionale e anche molto noto il ritratto fatto ad Alfred Krupp, industriale tedesco.
L'ambiente e le luci poste leggermente dietro rispetto al soggetto danno un risultato serioso e direi davvero "industriale/tedesco" (non me ne vogliano). Anche questo scatto è più famoso per la sua versione finale, ancora frutto di un crop, che enfatizza ulteriormente il volto allungato del soggetto.


Alfred Krupp, Essen, Germany, 1963












Da notare la contemporaneità e l'amicizia con Ansel Adams di cui ha ovviamente scattato un ritratto.


Biografia, premi, curiosità e varie foto sono disponibili sul sito ufficiale: www.arnoldnewmanarchive.com/


La frase:

“The subject must be thought of in terms of the 20th century, of houses he lives in and places he works, in terms of the kind of light the windows in these places let through and by which we see him every day.”

domenica 14 ottobre 2012

Spettro visibile, Temperatura Colore e Mired


Le condizioni di luce variano a seconda della fonte luminosa che  illumina la scena che vediamo e che fotografiamo.
La fonte luminosa ne determina una "colorazione", o meglio una dominante colorata che, appunto domina la scena.

Il nostro cervello, pur percependo queste variazioni (scena calda illuminata da una luce di una candela, fredda illuminata da un neon), di fatto opera delle approssimazioni che portano a farci percepire il bianco come tale anche se affetto da dominanti che lo colorano.

La temperatura colore, viene misurata in gradi Kelvin (°K). 
Il concetto sulla quale si basa tale misurazione è che “un corpo solido riscaldato all’incandescenza emette prevalentemente nella gamma della luce visibile, ma la lunghezza d’onda del picco di emissione varia al variare della temperatura." 
A soldoni se si prende un pezzo di ferro e lo si riscalda a mano a mano che la temperatura del corpo sale esso assumerà una colorazione che andrà dal rosso, passando per un giallo fino ad arrivare ad un blu.
Qui sotto una rappresentazione dello spettro visibile dall’occhio umano
La temperatura colore della luce, in fotografia, viene  riferita alle comuni fonti di illuminazioni come il sole (6500 °K) o una candela (2000 °K), anche nei preset delle macchine fotografiche.

Oggi con l’uso sempre più frequente del formato RAW, la maggior parte dei fotografi professionisti, o amatoriali avanzati, scattano con il bilanciamento del bianco impostato su AUTO, per poi operare le correzioni opportune nei vari software a disposizione sul mercato. Bene fin qui niente di nuovo.
L’argomento si fa interessante invece quando entra in campo il concetto di non linearità e incostanza della variazione della temperatura colore. Infatti la luce produce variazioni più evidenti alle basse temperature colore piuttosto che alle alte.
Ad esempio una variazione di 1000°K su una temperatura colore di 5000 °K di fatto produce un’alterazione non percepibile, mentre su un valore di 2000°K  la differenza sarà notevole. Per definire con precisione l’entità della variazione, bisogna far riferimento all’unità di misura“Mired” (M) (MIcro REciprocal Degrees) che si ottiene seguendo questa formula:
M= 1000000 / T°
Tale valore è in grado di fornire un riferimento quantificabile in termini percettivi.
Es.
1000000 / 5000 °K = 200
1000000 / 6000 °K = 167
La differenza ci da la variazione di temperatura colore che risulta è pari a 33 Mired.
1000000 / 2000 °K = 500
1000000 / 3000 °K = 334
Nel secondo caso la variazione è più consistente ed è pari a 166 Mired
Il Mired era un unita  usata principalmente per definire i filtri di compensazione delle temperature colore soprattutto nel cinema, ma nel moderno utilizzo che si fa delle immagini digitali (argomento a noi più vicino), almeno ci potrà far capire cosa accade a livello di variazione della temperatura colore a diverse temperature. Operando su temperature colore “più fredde” l’accuratezza deve essere superiore in quanto variazioni più piccole possono hanno normalmente più peso.

martedì 9 ottobre 2012

Camera Oscura: curiosità

Camera Oscura


E' già da un pò che sto cercando di organizzare una piccola camera oscura per imparare l'arte antica dello sviluppo.

E' incredibile quanto la fotografia digitale e la "camera oscura digitale" (PHOTOSHOP, LIGHTROOM o chi per esso) abbia, grazie ai canali, i comandi scherma e brucia, i metodi di fusione, tantissime affinità con l'attività dei nostri predecessori fotografi.

Per certi aspetti (e qui qualcuno riderà) la possibilità di sviluppare il nostro file digitale in modo personale (do per scontato che lo si faccia con cura e conoscenza), in realtà ci avvicini a ciò che i fotografi facevano nell'ottocento. Infatti, se penso a quando ero piccolo, quasi nessun fotografo sviluppava da se le pellicole (ovviamente parlo del fotografo "medio"), ma si affidava a laboratori specializzati di fiducia che operava scelte proprie secondo il proprio know-how e gusto.

Oggi invece, complice anche tutto il resto della tecnologia, web in primis, il fotografo ha la possibilità di "sviluppare" le proprie foto e deciderne il risultato finale, fermo restante le conoscenze e le capacità nel mettere in atto tecniche adatte.

Detto ciò, nelle mie ricerche sulla camera oscura, mi sono imbattuto in un  vadevecum che spiegava alcune tecniche di sviluppo e fissaggio della pellicola fino all'uso dell'ingranditore per la stampa.

Bé mi è subito saltata all'occhio la parola provino a contatto: quante volte mi sono chiesto il perché di quel nome, che ancora oggi viene usato anche in Photoshop.

Provini a contatto
Ecco svelato il mistero: una volta che la pellicola fosse pronta per la stampa, veniva tagliata a strisce di alcuni fotogrammi (come il fotografo di fiducia ce le ridava nel taschino all'ultima pagina del porta foto) e appoggiata (a contatto) con la carta per creare dei provini. La carta, una volta trattata dava al fotografo un'idea di quali foto usare ed in che modo bisognava eseguire la stampa.


La seconda curiosità invece è per certi aspetti più comprensibile, ma conoscerne il motivo mi da comunque una piccola soddisfazione.

Si tratta del classico bordino bianco che si trova attorno alle foto stampate, o per i più social, intorno ad alcune foto che tutti i giorni uploadate su instagram.




Bene. Nell'atto dell'impressione, attraverso l'ingranditore, del negativo sulla carta fotografica, per tenere ben fermo il foglio veniva usata una cornice chiamata "marginatore" che lasciava appunto questa piccola cornice bianca tutt'intorno la foto.



Marginatore


A presto con altre curiosità che riguardano la fotografia.


N.B. un grazie a Nicola Prisco, per le belle chiacchierate, l'amore e la passione che ha per la fotografia.


mercoledì 3 ottobre 2012

Fotografare la via lattea

Dopo che il  mio socio ha letto questo post sul blog di Scott Kelby che ospitava il fotografo Jim Richardson, le pressioni affinché mi cimentassi anche io nel fotografare la via lattea, sono state tante, che alla fine si sono tramutate in una vera e propria scommessa: "se ci riesci compriamo attrezzature fotografiche nuove" ...bè ho vinto,  e la cosa "mi ha fruttato" quasi 1000 euro di nuovi "giochi" per la nuova sala posa che abbiamo realizzato quest'anno nel nostro ufficio.

Ovviamente la scommessa era solo un pretesto...

Il primo tentativo è stato quanto meno accettabile. In un week-end passato in montagna, con gli amici, approfittando dell'assenza della luna nella prima parte della serata ho realizzato questo primo passo verso le "stelle".



dati di scatto:

NIKON D700 - 14-24 f/2.8 iso 5000 exp 13 sec. / MAF manuale su infinito


Ma in realtà, facendo un pò di pratica con la volta celeste (grazie a Crescenzo), e individuando ormai facilmente ad occhio nudo la famosa "Milky Way", una notte senza luna (precisamente il 24 giungo 2012 ) sono rimasto incantato da questo spettacolo:


dati di scatto:

NIKON D700 - 14-24 f/2.8 iso 1600 exp 15 sec. MAF manuale su infinito

dati di scatto:
NIKON D700 - 14-24 f/4.5 iso 5000 exp 20 sec. MAF manuale su infinito
(ovviamente il rumore è più tangibile )

Indipendentemente dai dati di scatto, per evitare il mosso nelle stelle è opportuno non spingersi oltre i 25 secondi di esposizione.

Lo scatto verticale gode palesemente di condizioni ottime sia di luce che di limpidezza dell'aria, e della totale assenza di inquinamento luminoso.


E qui, ancora una foto presa dalla spiaggia, sempre in compagnia, nel tentativo di capire e migliorare la composizione. Il fuoco acceso alle spalle colora i soggetti e il costone roccioso.




NIKON D700 - 14-24 f/4.5 iso 2000 exp 13 sec. MAF manuale su infinito



Da segnalare ancora una volta un applicazione gratuita i-phone per visualizzare la posizione della via lattea nel cielo sopra di noi (e non solo): Pianeti

                






lunedì 3 settembre 2012

Vito Fusco fotografo certificato GOOGLE






E’ con grande soddisfazione che, dopo essere stato selezionato da GOOGLE, per lanciare il programma BUSINESS PHOTO IN ITALIA, ho iniziato a vedere l’interesse delle attività per questo nuovo sturmento che l’azienda di Mountain View mette a disposizione delle attività commerciali attente allo sviluppo della rete.
Mi occupo di fotografia professionale dal 2009.
Sin dall’inizio ho trovato la fotografia a 360 gradi un mezzo eccezionale per permettere ai navigatori del web di avere una vera e propria esperienza 3D all’interno di attività commerciali, luoghi o eventi.
Oggi, con il programma BUSINESS PHOTO, tutto ciò ha raggiunto livelli di interazione incredibili.
La possibilità di localizzare il business sul MAPS di GOOGLE, la navigazione con l’ormai conosciutissima interfaccia di STREET VIEW permettono alle attività una visibilità mai avuta prima.
Ogni business, contattando un fotografo certificato (GOOGLE TRUSTED PHOTOGRAPHER), ha la garanzia di interagire con un professionista, che lo soddisferà nell’ulteriore realizzazione di scatti di qualità da agiungere alle schede appositamente create su GOOGLE LOCAL.
La parte interessante, sotto l’aspetto fotografico è che con questo strumento, si possono portare alla luce, aspetti e luoghi delle attività impossibili da visitare, come il laboratorio artigianale di una pasticceria mentre è nel pieno della produzione.
Insomma il limite è la fantasia del fotografo.

Il territorio dove opero principalmente è Positano e la Costiera Amalfitana (Amalfi, Ravello Furore, Praiano, Salerno), ma mi sposto volentieri in tutta la Campania

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito creato ad hoc http://www.businessphotoitalia.it/
o contattatemi direttamente:
089 813 073 oppure 339 24 02 766,
sarò lieto di rispondere alle vostre domande.
In allegato alcuni esempi di business realizzati, come il Garden Bar Zagara:
Clicca per navigare le foto a 360 gradi di:
Il buco di Montepertuso (POSITANO):
Flavia Coiffeur (POSITANO)
Positano dal mare:
Pontile di attracco Lucibello (POSITANO):
Asia: tempio Bianco (THAYLAND)